Sento il bisogno di rispondere a un commento (che riporto in fondo) dai contenuti diffusissimi tra la gente (a causa probabilmente della scarsa qualità dell’informazione).
Colgo l’occasione, quindi, per affrontare un po’ i temi di mafia, politica e informazione (sui quali c’è sempre confusione).
– Il lettore esordisce dicendo: “… ancora non avete capito che con la scusa della lotta alla mafia, che e’ giusto che si faccia,…”.
Ma come credi che vada fatta? La battaglia va fatta per vincerla e si vince solo se si mira alla testa, alla mente dell’organizzazione. O pensi, come la maggior parte dei politici e dei giornalisti servi del potere, che basti tagliar qualche ramo della manovalanza mafiosa? La storia insegna che da sempre le inchieste su mafia (e inevitabilmente politica) si perdevano e venivano elise nel momento in cui si salivano i vari piani della gerarchia (vedi, per citare un esempio noto, la storia del prefetto Mori ai tempi di Mussolini).
Oggi è lo stesso. Le inchieste su mafia e politica si cercano in tutti i modi di bloccarle, di soffocarle, di sopprimerle. Con campagne diffamatorie innanzitutto. Le reti Mediaset hanno fatto scuola. Oltre a Sgarbi (leggendario menzognere), a titolo d’esempio, vorrei ragguagliarti sugli attacchi studiati a tavolino da Liguori e il suo “Fatti e misfatti” per isolare Caselli e delegittimarlo, da un lato, e dell’altro portare sostegno al padrone screditando i processi ad Andreotti e Dell’Utri.
Possiamo citare anche un altro artista proclive ai falsi: Lino Jannuzzi (in linea con Liguori e Sgarbi anche nel caso del suicidio Lombardini). Non perderò tempo a citare tutte le sue menzogne. Ma, per restare in argomento, come non menzionare i suoi celebri attacchi a Falcone, così come quelli a Caselli? E non per niente giornalista preferito dai boss mafiosi (vedi intercettazioni Guttadauro-Aragona). E di stima, nelle stesse intercettazioni, gode anche un altro noto piaggiatore: Giuliano Ferrara.
– Altra frase nel commento: “svegliamoci siciliani onesti e riprendiamoci i nostri diritti”
Come ti “riprendi i tuoi diritti”? Attaccando come fa Sgarbi e i suoi compari i magistrati che combattono in prima linea la mafia?
La mafia è semplicemente e brutalmente uno dei modi in cui si manifesta il potere politico.
Esiste e continua ad esistere proprio perché connessa alla politica. Se fosse stata solo un’organizzazione di semplici criminali, magari con la passione per la cicoria e la ricotta, sarebbe stata debellata da più di un secolo.
Sgarbi & C. attaccano sempre le inchieste e i magistrati che indagano sulle relazioni politico-mafiose. Pensi lo facciano per difendere noi onesti cittadini? O difendono la casta? E guarda che le responsabilità del perchè la mafia è sempre in forma smagliante – risollevata da un periodo in cui era quasi stremata (ma anche questo meriterebbe altro approfondimento) – va trovata proprio in quelle istituzioni che non vogliono realmente combatterla, ma preferiscono conviverci! E farci affari.
– Le “realtà imprenditoriali siciliane”?
Perchè te la prendi con i “potenti del nord”? Quelli siciliani per primi non ti bastano? Secondo te come è possibile che nella mia città (Agrigento) nel 2009 manchi ancora l’acqua? Quanti sono i politici siciliani e agrigentini che ricoprono ruoli di altissimo livello al governo nazionale e regionale? Il nord c’entra poco. Le inchieste sulla mafia non c’entrano niente con il nostro mancato sviluppo. Quest’ultimo è probabilmente più collegato ai politici collusi con la mafia che non ai “signori potenti del nord”, come da tua definizione.
Inoltre, ti comunico che non c’è mai stato libero mercato in Sicilia. Non vi è economia democratica.
Come risulta da molteplici processi è tutto controllato dalla mafia. Vuoi per caso che non vengano fatti neanche questi processi? Pensi che così gli imprenditori del nord vengano a portar benessere qui? E una volta arrivati qui, con chi pensi dovranno fare i conti?
Tu non puoi entrare, qualora lo volessi, nel mercato se prima non chiedi il permesso a Cosa nostra o se appena inizi ad acquisire quote di mercato (anche minime) non ottieni da loro la messa a posto, l’autorizzazione et similia.
Non è la guerra alla mafia che fa sì che si manifesti questa realtà.
– A proposito delle “guerre tra le procure”.
In questo caso sarò brevissimo. Non vi è stata alcuna guerra tra procure. Tutto montato ad arte per annullare quelle inchieste e quei magistrati. La procura di Salerno ha agito secondo legge. Quella di Catanzaro no. Il problema è che Salerno aveva trovato riscontri alle denunce di De Magistris. E il “sistema” non può permettersi che si sappia che De Magistris aveva ragione, che stava agendo secundum legem, che era suo dovere farlo, e che è stato allontanato per il suo “non allineamento”. E allora: “guerra tra procure”! Così il cittadino non capisce niente.
– E gran finale: “bravo Sgarbi che dice il giusto al pari di Sciascia siciliano DOC”.
Premesso che accostare Sgarbi a Sciascia è un’offesa per lo scrittore scomparso.
Sciascia va ricordato per quei romanzi coi quali denunciava (come anche Pasolini) la progressiva mafiosizzazione dello stato. Fotografava la realtà evidente ai più, ma che non emergeva come verità comune e verità processuale. Metteva in luce che non vi poteva esser giustizia contro i crimini del potere. Che i pochi volenterosi, in cerca di verità e giustizia, alla fine venivano uccisi o trasferiti. O non gli era possibile dimostrare i fatti a causa dei depistaggi e degli insabbiamenti che avvenivano per mano delle istituzioni stesse. La storia è sempre quella: impunità assoluta per i potenti e pugno fermo per il quisque de populo.
Diceva Sciascia nel 1979 in una celebre intervista: “i cittadini che fanno il proprio dovere, innanzitutto come semplici contribuenti, si vedono regolarmente presi in giro prima e ridicolizzati poi […] perchè quelli che frodano il fisco vengono poi premiati con le leggi di perdono fiscale che costituiscono una esortazione e un incoraggiamento al non rispetto della legge, a essere un cattivo cittadino.”
(Piccola riflessione: ma come mai il re dei condoni fiscali da noi è tanto amato?)
Ed ancora, nella stessa intervista: “Quali garanzie offre questo Stato […] per quanto attiene all’applicazione del diritto, della legge, della giustizia? Quali garanzie offre contro […] l’abuso di potere, l’ingiustizia? Nessuna. L’impunità che copre i delitti commessi contro la collettività e contro i beni pubblici, è degna di un regime di tipo sudamericano: neppure uno dei grandi scandali scoppiati in trent’anni ha avuto un chiarimento, nessuno dei responsabili è stato punito”.
Sono passati quasi altri trent’anni e quegli scandali a cui si riferisce sono ancora lì. Anzi, purtroppo, se ne sono aggiunti altri ancor più tragici e gravi.
Il celebre articolo al quale penso tu ti riferisca, quando accosti Sciascia a Sgarbi, è stato invece un episodio infelice e ha scaturito quello che lo scrittore racalmutese forse non aveva previsto.
E’ chiaro che quest’articolo è stato astutamente sfruttato dai nemici del pool.
Pensa un po’ al nefasto esempio indicato dallo scrittore col quale si mostrava il giudice Paolo Borsellino personaggio che faceva carriera soltanto perché si occupava di mafia.
Segnalo comunque che Sciascia tempo dopo ha avuto l’occasione di parlare proprio con il summenzionato giudice. Lo scrittore cambiò idea poco tempo dopo e racconta di essere stato travisato. A riguardo vorrei segnalare quest’articolo-intervista a Paolo Borsellino (risalente all’agosto del 1991). http://www.cuntrastamu.org/mafia/speciali/falcone/borsellino1.htm
Lo scrittore racalmutese criticava chi in quel periodo cavalcava l’onda dell’antimafia per esclusivo tornaconto personale; avvertiva il pericolo “antimafia come strumento di potere”; paventava che qualche politico o magistrato, non animato da buone intenzioni, potesse profittarne. Esclusivamente per interessi personali. (Mi vien da pensare al primo periodo, alla cosiddetta discesa in campo, dell’attuale presidente piduista che fu abilissimo a cavalcare l’onda di tangentopoli – e della pulizia dell’allora criminale classe dirigente – dichiarandosi apertamente a favore dei giudici, ai quali comunicava che il sostegno da parte del suo schieramento non sarebbe mai mancato. Per le risate, vi prego, trattenetevi.)
Oggi, come allora, le parole di Sciascia vengono strumentalizzate da quanti hanno soltanto l’intenzione di fermare giudici che fanno il loro dovere. Giudici che non fanno di certo carriera con l’antimafia, ma anzi rimangono isolati dal loro stesso ambiente. Messi sotto pressione dalla stampa e dai politici. Ricattati, intimiditi, minacciati di sanzioni. Quando non vengono uccisi.
Dato che è dimostrato che non si fa carriera con l’antimafia, qualcuno sa spiegarmi chi glielo fa fare? Lo stipendio lo prenderebbero in ogni caso. Perché rischiare tanto?
Concludo dicendo che dopo la rappacificazione tra Borsellino e Sciascia, l’ultima considerazione che ebbe Borsellino in merito a quell’articolo apparso sul Corrire nell’87, fu di ben altro tipo.
Va infatti ricordato cosa disse il magistrato il 26.06.92 (un mese dopo la strage di capaci e meno di un mese dalla sua): “Giovanni ha cominciato a morire tanto tempo fa. Questo paese, questo Stato, la magistratura che forse ha più colpe di ogni altro, cominciarono a farlo morire nel gennaio 1988, quando gli fu negata la guida dell’Ufficio Istruzione di Palermo. Anzi, forse cominciò a morire l’anno prima: quando Sciascia sul “Corriere” bollò me e l’amico Leoluca Orlando come professionisti dell’antimafia” .
Segnalo infine l’articolo di Nando Dalla Chiesa: Sciascia, perché non mi pento
Ecco il testo del commento di un certo Max:
bravi , svegli direi, ancora non avete capito che con la scusa della lotta alla mafia, che e’ giusto che si faccia, i signori potenti del nord hanno indiscriminatamente fatto fuori quasi tutte le realta’ imprenditoriali siciliane , oneste e disoneste.Se e’ questo il prezzo da pagare io non ci sto, e non dovreste accettare neanche voi , perche’ dobbiamo andare al nord per lavorare, perche’ al sud i signori potenti non ci hanno fatto fare neanche una ferrovia del ca….. che possa essere definita decente mentre loro hanno i treni ad alta velocita’, e chio ha detto che la magistratura dia sentenze giuste? i fatti degli ultimi tempi con le guerre tra le procure non vi dice niente?
svegliamoci siciliani onesti e riprendiamoci i nostri diritti di uomini normali non mafiosi tutti da dominare con il bastone , bravo sgarbi che dice il giusto al pari di SCiascia siciliano DOC , SVEGLIAAAAAAAA